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venerdì 9 marzo 2012

31!



Tutti avranno sperimentato l’esperienza d’essere lontani da casa. Dire che le cose quotidiane sono più difficili è una banalità.

Si smette di essere vegetariani perchè è molto più complicato reperire tutte quelle cosine che nei mesi si erano scovate per sostituire la carne. L’unica volta che ho comprato dei salutari hamburger vegetariani erano in offerta; ecco, a parte il gusto orrendo, ho passato il resto della serata inginocchiato sul water chiedendomi perchè non abbia scelta le bistecche invece di quella poltiglia maleodorante.

Ma ci sono altre cose oltre al cibo che nel mio caso risultano difficili: ieri ho trascorso l’intera dannata giornata a cercare un paio di dannati jeans.



Ero partito con due paia ma le lavatrici da ostello, l’uso intensivo, forse la salsedine latente dell’entroterra o magari gli opossum nella notte, li hanno ridotti a brandelli in poco più di un mese. Estremo imbarazzo quando si è squarciato il sottochiappa mentre ero ad una tavolata molto internazionale. E che voli pindarici per spiegare che “la protueberanza che esce dai jeans non è un esplicito invito”.

Quindi ieri ho preso armi e bagagli e mi sono recato nel CBD di Brisbane (il downtown) alla ricerca di un paio di pantaloni nuovi dal costo non superiore ai 40 dollari, 50 se dovessi proprio gridare al miracolo.

Visito vari negozi con aria da H&M dei poveri e prezzi da Abercrombie, scandaglio i vari discount, dedico almeno un’ora all’equivalente di Coin, perlustro negozietti vari, megastore per surfers, giungo alla conclusione che o si hanno molti molti soldi da spendere oppure la roba fa veramente schifo.

Tuttavia c’è ancora qualcosa che non mi torna, sento che anche se dovessi trovare quello che mi interessa non andrebbe bene comunque, però ancora non riesco a focalizzare quale sia il problema, troppo preso alla ricerca del giusto rapporto qualità\prezzo.

Quando ormai ogni speranza sembra persa, individuo un negozietto che potremmo considerare l’equivalente del nostro Terranova chiamato Jey Jersey o qualcosa di simile.

Entro, musica sparata, commesse tamarre, tuttavia i prezzi sono accettabili e magari potrei anche trovare qualcosa di accettabile.


Scorro rapidamente tutti i modelli: skinny, boot cut, tube, slim fit, loose, straight! Eccoci, l’abbiamo trovato: un bel jeans blu tagliato dritto, 40 dollari precisi, anche le cuciture delle tasche sono accettabili, giusto un filino di effetto logorio sulle ginocchia, mi sembrano perfetti.

Cerco la taglia, vedo che sono come quelle dei Levi’s, almeno una cosa in cui non devo fare conversioni con sistemi non decimali. Solo che a questo punto realizzo il motivo di quel vago sentore pessimismo che mi aveva accompagnato fino a quel momento: la mia taglia in Australia non esiste!

Fino a quel momento non avendo trovato niente di interessante non mi ero preoccupato delle taglie dei jeans, solo dei modelli. La mia taglia, la 31 di vita, proprio non esiste. Si passa dalla 30 alle 32.

L’unica cosa da fare è prendere entrambe le misure e dirigersi verso il camerino, non rinuncio senza lottare.



Provo la 32 e rimango decisamente deluso: sembrano i jeans di Steve Jons dell’ultimo periodo dentro scompaio e in men che non si dica il cavallo scivola lentamente fino al ginocchio facedomi sembrare un componente dei D-12. Scartati.

E’ venuto il momento dell’ultima chance, taglia 30. Salgono comodi, nessuna fatica ad allacciarli ma una volta tirata su la zip mi rendo conto che non possono andare bene. Il cavallo è così stretto da provocare un fastidioso effetto Mosè: testicoli inesorabilmente separati dalla cucitura e una imbarazzante protuberanza che si allunga lungo la coscia, schiacciando energicamente il contenuto della protuberanza.

Logicamente, il tessuto di questo poco edificante spettacolo che si consuma nello specchio del camerino, viene sottratto alla parte posteriore dei jeans, provocando un delizioso “effetto pesca” tra le natiche. molto effetto pesca.

Provo più volte a sistemare il cavallo a mo’ di gangsta rapper, cercando una sistemazione, se non confortevole, perlomeno poco imbarazzante senza risultato

Accarezzo l’idea di acquistarli lo stesso nella speranza che si allarghino con il passare del tempo, però poi mi immagino l’incubo di un principio d’orchite in ostello e desisto.


Peccato, vorrà dire che mi farò spedire qualcosa da casa oppure mi do all’hip hop pesante solo per giustificare i jeans.

Stay tuned

5 commenti:

  1. Vorresti dirci che anche lì l'articolo 31 è in esaurimento?
    "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze....
    Protegge ......la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo".Mah!
    Però ti prego, l'ultima foto.....

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  2. ...concordo sulla foto!
    Bye
    Al

    PS vedo che i membri (...del blog!!!) aumentano...

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  3. quella delle chiappe a pesca è mia! :D

    comunque se compri la 30 hai la carriera alternativa già spianata: icona gay e via andare.

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  4. hauhauhauh
    molto gayo il tuo post di oggi.
    non pensavo neanche che tu conoscessi tutti questi modelli di jeans!

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  5. Bastato leggerli sulle eticheete...poi 6 mesi da yoox fanno esperienza

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