Australia: prima della partenza

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Pianificare un cambio radicale di vita e' molto meno complesso di quello che si pensi; una volta che l'idea d'andarsene si è  insinuata nell mente e' difficile da scacciare.

Quest'idea generalmente si sposta sull'asse tra una sensazione distruttiva e l'altra costruttiva.

Al vertice distruttivo è radicata una pulsione d'allontanamento di ciò che rappresenta la quotidianità, un generico senso di lamentose nausea e insoddisfazione per l'oggi e soprattutto per il domani. Un orientamento vicino a questo modo d'affrontare l'idea di cambiamento è molto pericoloso, non autorizza reazione al generale senso di apatia e provoca un forte senso di sconforto che si cerca di colmare con modalità fortemente distruttive e antitetiche allo stile di vita di chi desidera cambiare la propria condizione.
Tutto è brutto, tutti sono cattivi, il mondo è un posto duro quindi spreco per farmi dei regali che mi appaghino e mi ubriaco per non pensare.

Al vertice costruttivo, c'è al capo opposto la convinzione che l'esterno sia dogmaticamente meglio di quello che si vive. È un'ascetica pulsione ad allontanarsi dagli altri, lavorare, risparmiare per conseguire il risultato della partenza, da venerare come una divinità salvifica, la biblica terra promessa da guadagnarsi con la fatica e il pentimento. Voglio fuggire da questo luogo infernale, di là sarà sicuramente meglio.

Sull'asse tra questa due sensazioni si collocano le posizioni di chi desideri fuggire dalla propria condizione.

Entrambe sono presenti, entrambe sono necessaria e alternativamente prendono il sopravvento nell persone in cui si è insinuato il tarlo della partenza.

Riuscire a gestirle, equilibrarle ed evitare che una delle due diventi preponderante, è la chiave per realizzare il sogno d'andarsene. Le emozioni provocate dalla voglia di distruzione, devono veicolarsi in una maggiore motivazione nel lavorare ai preparativi.


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