E fu cosi' che un lungo viaggio carico di aspettative si areno' al secondo giorno tra le strade di un paese di frontiera e valanghe di mandarini.
Appena 500 km nell'entroterra australiano, sotto una fitta pioggia, mi sono fermato in un'area di sosta per gustare un promettente panino. Assieme al mio compagno di viaggio, scambio due chiacchiere con una ragazza francese e improvvisamente mi ritovo tra le mani il numero telefonico di una fattoria qui nei dintorni. Prendiamo contatto e dopo 15 minuti siamo nel garage della responsabile a firmare i contratti per cominciare la mattina successiva con la raccolta del mandarino. "Altro che Italia" mi verrebbe da aggiungere.
Fattosta' che nel giro di poco mi ritrovo nuovamente immerso nella vita agreste, questa volta circondato da ragazzi italiani e francesi con i quali condividere piacevoli serate ed non altrettante piacevoli giornate di lavoro nei campi.
Fortunatamente anche questa bucolica esperienza sta per volgere al termine e nel giro di una settimana al massimo saro' nuovamente on the road, direzione Aice's spring.
La mancanza di energia elettrica nel posto in cui dormiamo impone un limitatissimo uso degli strumenti informatici ergo non ho molte opportunita' di scrivere.
Tuttavia
Stay tuned
temo che in nessun posto del mondo per raccogliere i mandarini ti facciano cinque colloqui.
RispondiEliminaIn Italia, purtroppo, e' sufficiente avere lo status di immigrato clandestino
Elimina...questione di antipodi...
RispondiEliminaAl
PS tra FB, blog e identità varie (I like Pessoa!!!) ci si perde un po'...