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domenica 9 dicembre 2012

Riassunto delle puntate precedenti (3)



Riposati dopo una lunga dormita riprendiamo il viaggio allietati dalla notizia che la nostra amica Sophie ha deciso di lasciare Adelaide con un volo direzione Sydney per unirsi al nostro viaggio. Unico problema: da Bells Beach, nel Victoria, a Sydney, New South Wales, sono appena 970 km percorrendo la strada più breve e la strada più breve non è nei nostri piani.



Nei nostri piani c’è una piccola cittadina del Victoria chiamata Glenrowan, luogo dove ha preso parte l’ultima fatale sparatoria tra Ned Kell (il più famoso fuorilegge australiano) e le forze armate della Regina d’Inghilterra; combattimento affrontato dal Nostro indossando una improvvisata armatura che ne è diventata simbolo, tanto da apparire in tutte le immagini che lo ritraggono.

Partiamo e nel giro di poche ore siamo a Glenrowan. Adesso, a viaggiare per l’Australia risulta lampante che le patacche sono all’ordine del giorno, centinaia di paesini sparsi per l’entroterra offrono spettacoli quali “la più grande mela di polistirolo del mondo” oppure “la città dove forse è stata scritta Walzing Matilda” e su questi vengono creati veri e propri business cittadini con tanto di souvenir creati ad hoc e menu nei ristoranti a tema. Tuttavia la speranza, e anche la convinzione, è che nel momento in cui ci sia veramente qualcosa di interessante questo sia enfatizzato in un modo leggermente diverso.
Non è così: appena entrati in paese si viene salutati da una orribile statua di Ned Kelly alta almeno 4 metri (sicuramente la più alta statua ritraente Ned Kelly in Australia) e per quei 200 metri scarsi di lunghezza del paese, entrambi i lati della strada sono affollati da negozi di imbarazzanti souvenir e sedicenti musei.
Entriamo in uno di questi notando che nel retro, dietro un alto muro, si trova una catapecchia e speriamo sia la vera casa nella quale si rifugiò il bandito con i suoi compari.
Paghiamo 6 dollari per l’ingresso e la signora all’ingresso, assieme al resto, ci dà una brochure esplicativa sulla quale capeggia la scritta “attività in vendita”. 

Avete presente quella sensazione tutta fantozziana di aver appena buttato via dei soldi?
Il museo, non più grande di una trentina di metri quadri, è un insieme infinito di oggetti risalenti all’epoca di Ned Kelly o in qualche modo legati a lui, cose come “calzino appartenuto a una nipote di terzo grado del cugino del barbiere di Ned Kelly”, “lettera spedita presso un indirizzo non lontano da uno dei paesi saccheggiat da Ned Kelly”, per il resto vasi e anticaglie del periodo, robaccia da rigattiere.

Dopo una decina di minuti spesi a osservare tutto questo, mentre la commessa sta evidentemente provando contemporaneamente una forte derisione nei nostri confronti e al tempo stesso la tacita speranza che siamo proprio noi, facoltosi europei innamorati del mito del fuorilegge australiano, le persone intenzionate a rilevare l’attività, magari pure dietro una bella plusvalenza. Comunque, dopo una decina di minuti decidiamo di aprire la porta del cortile esterno che ci schiuderà le magie del vero luogo in cui l’epica battaglia è avvenuta. Quello che ci troviamo davanti è uno squallido giardino in rovina, con una catapecchia indicata come “riproduzione della abitazione originale di Ned Kelly”

Tutto sta evidentemente cadendo a pezzi ed è probabilmente da parecchio tempo che nessuno si cura di tagliare le siepi che lentamente stanno inghiottendo questo buco di mondo. Improvvisamente avvertiamo degli spari e invidiamo i vicini di cortile che, per appena otto dollari, stanno assistendo ad una riproduzione del combattimento con robot su carrucole, come nei peggiori film.

Sconsolati usciamo scoprendo che anche le zone più remote della città offrono piccoli cartelli recanti la spiegazione di quello che ci è avvenuto durante la grande battaglia, ma ormai il morale è sotto le scarpe e di Ned Kelly non ce ne frega piu nulla.

Dopo un panino che porta il sapore della sconfitta, ringalluzziti dalla prospettiva di avere ancora da guidare circa 600km, ci rimettiamo in marcia nel mezzo della campagna australiana.

Non ricordo dopo quanto esattamente, ma a un certo punto, già entrati nel New South Wales, vengo colpito dalla scritta “Holbrook - il paese del sottomarino”. Ad occhio e croce siamo ad almeno 300 km dalla costa, non vedo nè ricordo di aver visto grandi percorsi fluviali ed il paesaggio è eccessivamente rurale perchè possa esserci un grande cantiere navale. Allora cosa? Ecco, nel bel mezzo del paesino di Holbrook, 1267 anime nel censimento 2001 (fonte Wikipedia), c’è letteralmente incastonato un sottomarino, UN CAZZO DI SOTTOMARINO e non un modello da passeggio, stiamo parlando di un Oberon class submarine (grazie sempre a wiki), un pezzo di nero metallo lungo 90 metri attorno al quale è stato costruito un parco con annesso museo.
Come non fermarsi e godere del paese di Holbrook dall’alto della prua? Quando si dice che gli australiani tirano fuori fenomeni turistici dal nulla! All’ingresso del piccolo museo noto una tabella con segnate le gite di scolaresche provenienti dagli altri paesi, assurdo.

Comunque, ci rimettiamo in strada e dopo tanti, tanti kilometri di vacche, pascoli e colline, arriviamo verso sera non lontano da Sydney e attrezziamo la nostra macchinina per trascorrerci dentro la notte.

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