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martedì 4 dicembre 2012

Riassunto delle puntate precedenti (2)


Con tutta la calma che si confà a due avventurosi abituati ai piaceri del divano, parte la nostra Omerica avventura lungo 3000km e attraverso tre diversi Stati.

Prima destinazione: Great ocean road


A Melbourne vige una stranissima usanza: per poter svoltare a destra in un incrocio (considerate che qui si guida sulla sinistra come in Inghilterra, quindi per poter fare un paragone bisogna immaginare di svoltare a sinistra ad un incrocio) bisogna accostare sulla sinistra, quindi sul punto più lontano e appena scatta il rosso, in quella brevissima frazione di secondo prima che diventi verde nell’altro senso, attraversare a tutta velocità incrociando tutte le corsie che sono, generalmente, 3 per senso di marcia più altre due del tram (perchè ovviamente c’è il tram a complicare le cose). Vi siete persi? Anch’io!  Solo che, anche un semplice graffio sull’auto presa a nolo comportava 3300$ di copertura.
Sorvolando su tutto questo complicato metodo e tutte le imprecazioni che ha comportato, dopo circa un’ora di improperie arriviamo nella ridente cittadina di Geelong, poco più che un sobborgo di Melbourne e punto d’inizio della Great Ocean Road.

La Great Ocean Road è una strada lunga poco più di 200km nella sua accezione canonica, ma che volendo si può percorrere per oltre un migliaio di kilometri fino ad Adelaide ed è famosa per essere un tortuoso lembo d’asfalto realizzato sul bordo della scogliera che affaccia sull’Oceano, una goduria da guidare e da osservare (soprattutto in sella ad una moto, ma questa la teniamo per la prossima volta).

Come se non bastasse, la prima spiaggia che si incontra lungo il percorso è Bells Beach, tappa del campionato mondiale di surf.



Proseguiamo il nostro viaggio, normalmente ci vogliono tre giorni per godere di questa epica strada, il nostro obiettivo è di impiegarne solo uno.

Si susseguono spiagge, panorami, scogliere, campi, spiagge ancora, campi e scogliere fino a giungere a quello che è universalmente considerato il gioiello assoluto di questo pezzo di mondo e uno dei più suggestivi paesaggi in assoluto: i 12 apostoli, una formazione rocciosa nata dall’erosione della scogliera da parte del mare.


Scendiamo dall’auto convinti di trovare un luogo selvaggio e invece veniamo incanalati lungo un serpentone di cemento che porta alla zona d’osservazione gentilmente fornita dalla pro loco locale, in compagnia di vagonate di orientali e miliardi di macchinette fotografiche pronte ad immortalare miliardi di momenti tutti uguali. La sensazione è che la gente non visiti più il luoghi per proprio piacere, ma solo per avere una foto da usare come copertina facebook. 

Comunque il paesaggio è veramente mozzafiato, la forza del mare contrapposta all’apparente fragilità di questi pietroni che, solo apparenza, sembrano esserne in balia. Difficile trovare parole per spiegare.

Una volta ripartiti, arriviamo nel giro di poco al termine del primo tratto di Great Ocean Road e, una volta girata l’auto, torniamo in direzione Melbourne.

Purtroppo gli ostelli sono tutti pieni a causa della competizione ippica e l’unico posto che sembra offrire un paio di letti a un prezzo sostenibile si trova nella Bells Beach dove eravamo stati il mattino.

L’Home @ Bells Beach è un bellissimo ostello, molto pulito e capace di dare quella sensazione casalinga, con la sua cucina ben tenuta e la sala tv con divani veramente confortevoli.

Affaticati dalla lunga giornata, dopo una veloce cena a base di pasta, ci addormentiamo senza avere ancora pianificato nulla per il giorno successivo.

Non ho resistito alla tentazione di mettere un sacco di foto stavolta

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